Pensare che il Mondo “abbia fame dell’Italia”, nel senso di una generalizzata richiesta di food italiano fondata sulla sola qualità del prodotto nostrano, pecca di ingenuità e di presunzione: è un parametro che, già oggi insufficiente ovunque, diviene improponibile in Cina dove la diversità delle aree impedisce di ragionare in termini di uniforme penetrazione su mercati tanto diversi e dove soprattutto l’educazione al gusto italiano rappresenta la condizione imprescindibile per garantire presso i consumatori locali la conoscenza di alimenti di cui non hanno mai avuto contezza o la cui origine erroneamente viene collocata in Paesi diversi dall’Italia.
Materie prime, filiere, peculiarità dei sistemi di produzione e di trasformazione non arrivano in Cina come meriterebbero di arrivare, frenati anche da strumenti e strategie di promozione incompleti, inadeguati, frammentari.
Pensiamo di poter contribuire alla promozione del Food italiano in Cina e ci proviamo partendo da conoscenza, territorio, condivisione