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ASSOCIAZIONE PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA ENOGASTRONOMICA E LA VALORIZZAZIONE DELLE TECNICHE RISTORATIVE ITALIANE NELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE, HONG KONG E MACAO

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ITALIAN FOOD IN CHINA

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ASSOCIAZIONE PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA ENOGASTRONOMICA E LA VALORIZZAZIONE DELLE TECNICHE RISTORATIVE ITALIANE NELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE, HONG KONG E MACAO

CONOSCENZA

CONOSCENZA

Della nostrana cucina (tecnica e materie prime, insieme) da un paio di decenni si è approfondito anche il profilo dell’espansione sul mercato cinese, ritenuto a ragione un mercato imprescindibile anche per il food.   Funzionalmente all’ingresso in Cina abbiamo accertato il potenziale di crescita dei nostri prodotti, di molto superiore rispetto ai principali competitors (Giappone e Francia);  si sono individuati i potenziali tassi di incremento complessivo annui, delle quote di mercato, della distribuzione merceologica;  sono stati segmentati i potenziali consumatori cinesi secondo matrici articolate, anche in relazione al grado di apertura culturale nei confronti di prodotti alimentari non cinesi, utilizzando sia variabili socio-demografiche che cognitive e psicografiche. 

Il cibo in Cina è anello di congiunzione tra alimentazione, filosofia e medicina; incide nella stessa costruzione confuciana di uno stato/ordinamento armonico di cui la moderazione e l’altruismo diventano pilastri anche a tavola.

E accanto a tutte le declinazioni possibili della potenzialità dell’agroalimentare italiano, abbiamo acquisito i dati certi del mercato cinese: la disuguaglianza nei consumi di cibo (come emerge dalla quota di reddito individuale dedicata alla spesa per l’alimentazione) tra le città e la popolazione rurale;  la diversità di modelli di consumo tra le diverse aree geografiche del Paese dove al price sensitive (Nord Ovest) si alterna la domanda di cibi pronti (le aree del Sud) e la preferenza per gli alimenti salutari e proteici (Est).  

La cucina cinese dei cinque sapori segna la corrispondenza ai cinque organi anatomici umani fondamentali e ai cinque elementi naturali base dell’universo.

Conosciamo gli indicatori di tendenze di consumo, sia quelle di maggiore evidenza – Security first, Stay healthy – sia quelle più nascoste ma di non minore impatto – il rapporto tra cereali minori e grano fine. 

Conosciamo gli indicatori generazionali – la generazione ‘90 si ritrova a rappresentare oltre il 20% della crescita totale dei consumi entro il 2030 in maniera superiore a qualsiasi altro segmento demografico.

Conosciamo gli indicatori di percezione di specifici modelli alimentari – il fast food – e di specifiche categorie di prodotti – gli snack, il green e l’organic (che in Cina non rappresentano neppure una categoria unitaria).

Otto grandi cucine “regionali” , Anhui – Fujian – Guangdong – Jiangsu – Hunan – Shandong – Sichuan – Zhejiang,  incentrate sui sapori/ingredienti prima che sulle ricette.

Ma siamo consapevoli di non riuscire a tradurre tutta questa conoscenza in strumenti/azioni/strategie dotati di corrispondente efficacia.

Perché a sfuggire non è la specificità della cultura cinese, di cui esiste piena consapevolezza, ma l’implicazione concreta di questa specificità:  analisi/report offrono indicazioni teoriche fondamentali anzi imprescindibili ma non sui soli report può fondarsi un flusso costante di importazione di prodotti agroalimentari in Cina o a maggior ragione l’ampliamento della gamma dei prodotti importabili.

Su entrambe le dinamiche gioca un ruolo essenziale un elemento che in Cina si compone, scompone, si moltiplica, si nasconde per ricomparire : il territorio.

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